27 Gen 27 Gennaio
Questa fiaba – La piccola fiammiferaia – rappresenta un pezzo della mia infanzia. Ricordo ancora quel libro. Ricordo perfettamente le illustrazioni. Ricordo ciò che provavo ogni volta che lo leggevo. Indelebile. Una sensazione tattile, un retrogusto dolce amaro, quasi potessi avere consapevolezza di che sapore avesse quel dolore. Una solitudine infinita che non riuscivo a colmare. Parlava a me. Di me.
Oggi so ciò che allora semplicemente sentivo….oggi credo di poter varcare quella soglia.
“Quando una stella cade c’è un’anima che sale in cielo”.
La ritrovo oggi che ricordo te, che mi sei maestra e guida e madre e rifugio. Ancora oggi in altra forma. Non ho paura di dimenticare e non ho paura di ricordare. Il ricordo va lasciato andare, non si dimentica mai del tutto. Il rischio è trattenere. L’oblio non lo è mai per sempre e se lo è ha motivo di essere. Troppi legami intralcerebbero il nostro cammino presente. I fili serrati tra le maglie della mente fanno incespicare i passi. Lasciare andare. Spezzare senza paura i fili della memoria non significa perdere la nostra identità, semmai ritrovarla senza la mente, ma solo con il cuore. Essa, la memoria, tornerà improvvisa e potente quando saremo pronti per capire e per andare avanti. Senza paura.
Dimenticare è trasformare. È una forma di amore, e il ricordo restituisce solo ciò che serve. Non si perde amore se amore è stato.
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