Categorie
Mimesia | Frammento di un Lungo Cammino
15665
post-template-default,single,single-post,postid-15665,single-format-standard,ajax_fade,page_not_loaded,,side_menu_slide_from_right,qode-theme-ver-16.8,qode-theme-bridge,wpb-js-composer js-comp-ver-5.5.2,vc_responsive
 

Frammento di un Lungo Cammino

Frammento di un Lungo Cammino

“Avete mai guardato negli occhi di una donna che a 50 anni resta sola – i figli andati via uno a uno la casa vuota” Questo era uno dei tanti stati delle cose negli anni ’70 colto con grande sensibilità dalla giovane donna che ha scritto questa canzone Abbiamo lavorato tanto per uscire da questo stato cosi quando arrivata a 50 anni,anche se ogni figlio che andava via mi mozzava il fiato, non ero però più sola,con tante donne lavoravo con fatica e anche gioia, per riconquistare un nostro centro che non fosse imperniato solo all’interno della famiglia Il lavoro che ogni donna fa in famiglia non è casalingato, è un lavoro manageriale,fa quadrare i conti, cura,cucina, lava ,cuce e ricuce stoffe e relazioni. Credo sia arrivato il momento perché questo lavoro all’interno,venga portato nel sociale con la sapienza acquisita e anche innata. Mi è stato raccontato che la madre di Giulio Reggeni, invitata ad assistere ad una teatralizzazione della vita-morte di Giulio, con relativi ricordi e commozione,se ne sia andata dicendo che lei piange tanto di suo,ora voleva solo riconoscimento di ciò che era stato fatto al figlio e giustizia. Questo è prendersi in mano la propria vita una donna che interagisce, vuole, agisce. Una cosa che mi è partita da dentro in quegli anni era una luminosissima consapevolezza che ,insieme a tante tante altre stavo facendo la storia, perché stavamo gridando al mondo quello che, mai in cosi tante, era stato detto quello che era stato occultato, che noi eravamo “l’altra metà del cielo”. L’altra metà di questo mondo che potrà salvarsi solo se metterà a tacere quella qualità dell’energia maschile che fa guerra, stupra le donne, violenta natura e animali e accoglierà quella qualità dell’energia femminile che cura,che è sapiente di una sapienza antica che usa per star bene e far stare bene il mondo. A Morena sono grata per la vista acuta dell’aquila, per la resistenza dell’orso, per la profonda leggerezza della volpe, per la sua vicinanza ma anche perché è la testimonianza dell’efficacia delle nostre azioni e questo vuole anche dire che tanti semi sono volati ovunque ed hanno attecchito portati dal vento del femminismo nelle sue molteplici forme. Ancora da “Canzoniere femminista 1947”. “Ma le donne hanno capito chi è il nemico e stanno già lottando-contro lo sfruttamento si stanno organizzando-la vita che hai fatto tu dovremo vendicarla sai-il tuo lavoro ha un prezzo che a te non è pagato-è un costo tutto risparmiato-a te resta l’inganno, il mito della madre, chi ci guadagna è il capitale” Tante cose sono state fatte ma ancora l’eccesso di testosterone ripropone il mito materno a proprio vantaggio e occorre ancora essere “vigilanti e forti” Il materno è un dono che ci è stato dato dalla Dea che, ne sono sicura,voleva che noi lo usassimo secondo nostra libera volontà. Il mito a cui volevano che noi credessimo, e lo abbiamo creduto a lungo, è una costruzione testosteronica che sta andando in frantumi. Il materno libero da stereotipi è un intreccio spirituale e materico, può mettere al mondo un figlio, una figlia, può ri-mettere al mondo il mondo, cosa quest’ultima che può fare anche un uomo……volendo…

Helvia Gianantoni

Nessun commento

Scrivi un commento