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Mimesia | Consapevolezza…
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Consapevolezza…

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Consapevolezza…

Rosi Mazzola (La Loba“Ho imparato….ho imparato ad essere donna pur ragionando anche da uomo, a divenire guerriera alata, a non credermi più perdente in un mondo che pullula di vincenti s-venduti a se stessi, a celare la femmina che c’era in me senza rinnegare la mia femminilità, ad amare senza odiare, a perdonare o allontanare energie distruttive come fossero fantasmi sul mio passaggio, a lavorare con i bambini tornando bambina, a vegliare con amore lunghi anni di malattia di un compagno tanto amato fino a raccogliere il suo ultimo respiro,

anche quando il mio animo urlava in una stanza buia  anelando al sole, a stare con le puttane senza prostituirmi, con i ladri senza  rubare, con i senza casa condividendo la loro apparente libertïà, con i tossici rispettando la loro fragilità e sperando e lottando con loro per ciò che erano e che avrebbero potuto tornare ad essere.

Ho imparato a lavorare in carcere con zingare selvagge e amabili ritrovando in loro le mie radici, la mia parte selvaggia e nomade, a non passare dall’altra parte della barricata anche se in essa poteva essere la salvezza alla disperazione del momento….

Tutti mi hanno donato qualcosa che ho trattenuto e amato. 

Ho imparato a usare la mia lama senza perdere la tenerezza, a cazziare con lo stesso impeto con cui amo, a non abbassare gli occhi quando mi confronto, ad essere diretta senza curarmi di diventare impopolare, a dire ciò che penso, a tacere se percepisco l’ignavia, a non essere mai indifferente nei confronti di chiunque abbia bisogno di uno sguardo o di una mano, a dire no se un si dovesse diventare la perdita di sè stessi, a tacere o chiedere se non comprendo, ad ascoltare, a chiedere scusa se capisco di avere offeso o sbagliato, a conoscere i miei limiti pur continuando a lavorarci sopra, ad osservare gli altri, a comprendere senza necessariamente condividerne il pensiero, ad essere compassionevole senza compatire, ad essere maestra rimanendo sempre allieva, a ricominciare a camminare quando credo di aver compreso, ad accogliere grata l’aiuto altrui se autentico, a cancellare la mia presunzione.

 Ho conosciuto il baratro, la pazzia, la perdita di me stessa, ho cancellato la mia memoria, lasciando cicatrici invisibili ai più, ho continuato ad amare con la stessa tenerezza di sempre, scoprendo che in ognuno c’è parte di lei, nata dal mio grembo, cresciuta e amata,  fino a che il suo spirito decise che aveva terminato il suo compito sulla terra, lasciandomi sgomenta e vuota. 

  Ho chiesto aiuto al mondo invisibile per non inaridire nel dolore aiutandomi a trasformarlo.

Ho annullato me stessa annullando senza tregua il mio corpo in una fatica incessante ma rigeneratrice, ho imparato a conoscere con umiltà l’altra dimensione, portandola nella mia quotidianità, mi sono stati affidato ruolo mai cercati, ho avuto novant’anni così come ne ho avuti quindici, ho pianto e ho riso, ho goduto del mio corpo dopo averlo rifiutato, ho ascoltato storie comuni alla mia, con la stessa attenzione che avrei dedicato ascoltando me stessa,

Sono affondata e sono riemersa…

Ho portato troppa vita sulle spalle..

Ho desiderato rubare, drogarmi, prostituirmi, rinnegarmi, annullarmi, creare il vuoto intorno a me, quel deserto sempre amato nel quale riconosco la mia solitudine, scavare un buco nella terra e restare lï…accucciata, ululando fino allo stremo di me….ascoltando il mio respiro fino al non respiro….

Nell’urlo più acuto ho provato ad allontanarmi da questo mondo, non mi fu permesso.

L’amore altrui mi ha salvata, volti amati quaggiù e lassù, presenti come facce della stessa medaglia.

Nulla mi può più ferire  eppure sono vulnerabile, nulla più mi fa paura ma temo per gli altri, non devo più nulla nessuno eppure devo a me stessa…la mia dignità e quell’amore che mi sono sempre rinnegata.

Sono qui…a parlare con voi…a voi che non conosco….

Urlo al vento…un ululato d’amore, di sofferenza, di vita.

Forse è l’unica vita che mi è stata concessa…ma vuoi sapere veramente amico… quale è la mia consapevolezza?

Se in piena coscienza me ne offrissero un’altra, …l’accetterò e continuerò a camminare.

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