Postato il 11:17h
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by TizianaAlma
Da Il Corriere Etneo
Pare sia entrato in voga un nuovo vezzo nel parlato. La lingua italiana, si sa, è viva…sebbene più spesso tendente a vegetare tra modi di dire e storture grammaticali che suonano all’orecchio come note stonate in un concerto. La nuova frivolezza attiene all’uso smodato del vezzeggiativo.
Non ci si può distrarre un attimo, nemmeno un lockdown in santa pace chiusi in casa, che appena riaccendiamo la televisione e usciamo per strada, ecco che una stortura prende piede.
Vi è mai capitato di incorrere nelle maglie del seguente dialogo? Scena: interno giorno, negozio. Al momento del pagamento, tra voi e lui solo il registratore di cassa. Sorrisi che scemano sulle facezie discorsive tra un chilo di pomodori e due cespi di insalata, aggiunga anche quattro zucchine e tre patate che non si sa mai. Lui ti porge le buste della spesa, ti guarda negli occhi sorridendo ed esclama: “Ecco a te la tua spesina, sono 40 eurini”
Improvvisamente uno spostamento d’aria, il tempo si ferma, gli occhi immobili: se fosse un film ci sarebbe il silenzio che segue all’esplosione atomica, con te che cammini dando le spalle al fuoco e a ciò che resta della città (e di quel negozio) con un cappotto nero lungo fino ai piedi sui più meravigliosi tacchi a spillo che si possano avere (ottimali nei momenti di catastrofi naturali). Nessun rumore, solo una finestra che sbatte in lontananza, forse polvere e fumo. Ti calchi il cappello sugli occhi e pensi: “Francamente me ne infischio” mentre scorrono i titoli di coda.
Quando riemergi lui è sempre lì con il suo bel sorriso stampato che ti ripete:
“Sì, dicevo, sono 40 eurini”. Quaranta euro per tre patate e due zucchine??? Mentre meccanicamente tiro fuori i soldi, il mio cervello sta ancora tentando di unire le informazioni: dovevo prendere solo due cose…40 eurini..mi ripeto. Salgo in macchina e riacquisto la mia lucidità (e anche i miei comodi stivali, non ho il cappello e il traffico urla impazzito)
Eurini???Mi ripeto nella testa: eurini??? L’uso del vezzeggiativo associato alla cifra trovo che sia davvero interessante. Il diminutivo utilizzato come vezzeggiativo, fa sì che la tua attenzione si sposti immediatamente sulla forma e non sulla sostanza. 40 euro per due buste della spesa è quasi una truffa, ma se dici eurini diventa tutto più simpatico e digeribile.
E così ho iniziato a fare caso a quante volte utilizziamo:
carino, bellino… un modo come un altro per farci piacere qualcosa che in realtà forse non ci piace affatto. E ci diciamo una piccola bugia, un golf carino non è bello ma costa poco e ci convince, un posto bellino è come dire né caldo né freddo. Un attimino, quanto è meno di un attimo? Se un attimo è già un attimo, qual è il grado diminutivo in senso temporale? Oppure “ci facciamo un pizzino, ci beviamo un birrino, me ne dai un goccino, ho un’ideina”. Mio figlio mi ha raccontato che ha chiesto a un’amica: “Da quanti anni state insieme?” e lei sospirando: “Ehh tantini”
Tantini significa che sono almeno troppi rispetto a quelli che avrebbe voluto passare con il suo beneamato?
L’uso di questa forma, che all’apparenza è un innocuo vezzeggiativo, in realtà racchiude in sé una profonda rivelazione dell’animo umano. Si ottimizza la realtà vestendola con abiti che ci facciamo andare bene, ma rivelano una profonda insoddisfazione da una parte, e dall’altra forse anche una svalutazione della nostra capacità di scelta se alla fine, optiamo per qualcosa che ricorda un bicchiere di vino troppo annacquato, invece di osare con un buon rosso vermiglio di ottima annata e gradazione decisa.
Dove è finita la nostra capacità di discernimento? Quando abbiamo definitivamente spento il fuoco? Che cosa ne è di ciò che vogliamo davvero se persino la lingua riflette una nostra eccessiva timidezza a urlare i nostri desideri più puri? Invece di sorridere inebetita uscendo dal negozio, avrei dovuto piantargli gli occhi in faccia dicendogli: “Eurini un corno, questa è una rapina!”
Dissolvenza. Titoli di coda. Ho rimesso i tacchi e sorseggio vino rosso.